Periodico di informazione e cultura professionale dell'Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali di Milano

Il progetto LIFE19 NAT/IT/000848 PollinAction: Azioni volte a promuovere l'impollinazione nelle zone rurali e urbane

Il progetto LIFE19 NAT/IT/000848 PollinAction: Azioni volte a promuovere l'impollinazione nelle zone rurali e urbane

La riduzione della presenza di insetti impollinatori è stata ampiamente segnalata in numerosi Paesi europei ed è motivo di preoccupazione per le conseguenze che il fenomeno può produrre in termini economici, biologici e di riduzione della biodiveristà complessiva. Il progetto LIFE PollinAction affronta questa problematica proponendo e realizzando interventi concreti, volti a ripristinare condizioni favorevoli alla diffusione degli impollinatori. Il progetto prevede azioni dimostrative in diverse aree individuate in Italia e in Spagna.

LIFE PollinAction: il framework concettuale

I processi di antropizzazione del territorio hanno prodotto e producono significative trasformazioni del paesaggio, influenzando negativamente tutti gli organismi viventi, con numerosi impatti, diretti ed indiretti, sulla biodiversità. La pressione antropica ha alterato in modo significativo gran parte dell’ambiente terrestre, e circa 1 milione di specie animali e vegetali rischiano l’estinzione, ad un tasso tale da non essere giustificabile come fenomeno naturale. La perdita di biodiversità a sua volta compromette il funzionamento degli ecosistemi, alterandone i processi e la fornitura dei servizi all’uomo.

La perdita di specie influisce anche sulle interazioni biotiche, con effetti tanto più importanti quanto più stretta è la relazione tra gli organismi coinvolti. Tra le diverse interazioni biotiche, l’interazione mutualistica tra piante e insetti per l’impollinazione è da tempo criticamente minacciata. Secondo un recente studio dell’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES 2016), oltre il 40% degli insetti impollinatori è a rischio di estinzione, principalmente api e farfalle. Secondo la European Red List of Bees (Nieto et al. 2014) il 9,1% delle specie di api è minacciato di estinzione e un ulteriore 5,4% è incluso nella categoria “near threatened”, mentre non si hanno dati sullo stato di conservazione di oltre il 50% delle specie. Analogamente, la European Red List of Butterflies (Van Swaay et al. 2010) ha evidenziato che il 7% delle specie di farfalle è minacciato; un ulteriore 10% è “near threatened”. Questi dati sono allarmanti anche per gli effetti sulla riproduzione delle piante. Attualmente, circa il 35% della produzione agroalimentare globale dipende dall’impollinazione entomofila (IPBES 2016), spesso operata da popolazioni di impollinatori selvatici. Moltissime sono anche le specie selvatiche di piante che necessitano del servizio d’impollinazione per produrre semi e frutti. Il declino degli impollinatori, quindi, colpisce sia gli ecosistemi naturali che la produzione agroalimentare, minacciando la sicurezza alimentare e la stabilità economica globale.

Le popolazioni di impollinatori sono influenzate negativamente da numerosi fattori, quali l'aumento dell'uso di fitofarmaci e antiparassitari, parassiti e malattie, l’introduzione di specie aliene e i cambiamenti climatici. Tuttavia, allo stato attuale numerosi studi individuano il degrado ambientale a scala locale e globale e la perdita di habitat naturali e semi-naturali come i principali processi alla base della rarefazione delle popolazioni di impollinatori (vedi, ad esempio, Traveset et al. 2017). La distruzione e la frammentazione degli habitat naturali e semi-naturali e la conseguente riduzione delle popolazioni di piante entomofile portano infatti alla riduzione o scomparsa delle risorse alimentari, nettare e polline, e di habitat per la riproduzione, la nidificazione e lo svernamento, innescando il declino delle popolazioni di impollinatori (Fig. 1). Poiché il processo di impollinazione comporta interazioni tra specie appartenenti a due diversi livelli trofici, qualsiasi evento che alteri la distribuzione e l'abbondanza di una particolare specie pone potenziali rischi ai partner associati. La perdita di un impollinatore può, quindi, minacciare la riproduzione sessuale delle piante entomofile; allo stesso modo, l'estinzione locale di una data specie vegetale può minacciare la sopravvivenza dei suoi impollinatori specializzati, che potrebbero essere incapaci di trovare le risorse alimentari in altre specie vegetali.

 Fig 1 problem tree

Figura 1 – Schema concettuale del progetto LIFE PollinAction

Al contrario, la ricchezza in specie e la stabilità delle popolazioni di insetti aumentano all’aumentare della presenza nel territorio di habitat naturali o semi-naturali. La composizione e la configurazione del paesaggio, cioè i diversi tipi di uso e copertura del suolo e la loro organizzazione spaziale, hanno quindi un ruolo fondamentale nel determinare la presenza, la ricchezza e l’abbondanza delle specie vegetali e, a cascata, delle popolazioni di insetti, in quanto questi dipendono da specie vegetali diverse presenti in habitat (semi)naturali diversi e complementari, che forniscono risorse diverse e complementari sia nello spazio che nel tempo.

Le pianure alluvionali dominano vasti tratti del territorio europeo, rappresentando uno dei paesaggi più caratteristici, e cruciali per la fornitura di una varietà di servizi ecosistemici (SE) vitali. Allo stesso tempo, sono uno degli ambiti territoriali più popolati e urbanizzati, e nel corso degli anni hanno subito profonde modificazioni, principalmente per aumentare la produzione agricola e lo sviluppo urbano, con perdita di eterogeneità. L'alterazione degli habitat naturali a causa dell'espansione agricola e urbana o dell’infrastrutturazione influisce negativamente sia sull'approvvigionamento dei SE (che dipende dalla presenza di specie, habitat e processi ecologici) che sui flussi dei SE (che dipendono dalla distribuzione e dal movimento degli organismi tra aree naturali e antropiche).

Nel corso del tempo, l'agricoltura ha modificato l'ambiente naturale in molti modi. Tuttavia, l'agricoltura tradizionale aveva creato habitat semi-naturali, ad esempio i prati da sfalcio ricchi di specie, i bordi dei coltivi o i piccoli nuclei arbustivi, che sostenevano un'ampia gamma di specie e contribuivano in modo cruciale alla ritenzione del servizio di impollinazione fornendo agli impollinatori un habitat stabile per il foraggiamento e il completamento del ciclo vitale. L’intensificazione delle pratiche agricole ha portato alla perdita o frammentazione di tutti questi habitat, con una omogenizzazione dell’uso del suolo e una parallela riduzione delle dimensioni delle popolazioni di specie selvatiche, cambiamenti nella loro biologia, comportamento e nelle interazioni con altre specie (competizione, parassitismo e mutualismo), aumentandone la vulnerabilità ad eventi stocastici, demografici e genetici. All’estremo opposto, le aree marginali e meno produttive soffrono di abbandono. Pur trattandosi di dinamiche contrastanti, anche l'abbandono porta alla perdita di eterogeneità del paesaggio, determinando lo sviluppo di fasi dinamiche dominate da comunità arbustive e legnose, spesso povere di specie, in particolare specie entomofile. In entrambi i casi, si generano cambiamenti ecosistemici a cascata (ad esempio riduzione parallela nella diversità di piante e invertebrati), e cambiamenti nella fornitura di servizi ecosistemici cruciali quali il ciclo dei nutrienti, il sequestro del carbonio, la conservazione della biodiversità, e l'impollinazione.

Tra le molte attività umane che causano perdita e frammentazione di habitat, lo sviluppo urbano determina elevati tassi di estinzione locale e frequentemente elimina la maggior parte delle specie autoctone, con un gradiente di perdita di habitat naturali che aumenta dalle aree rurali verso il centro urbano. Gli habitat naturali e semi-naturali sono sostituiti da habitat artificiali (edifici e superfici impermeabilizzate), e aree a vegetazione sottoposta a gestione intensiva (spazi verdi residenziali, commerciali e altri spazi verdi regolarmente mantenuti) o abbandonate. Tutti questi habitat "secondari" contengono normalmente una bassa diversità vegetale a causa, ad esempio, del disturbo da calpestio, dell'inquinamento, dell'invasione di specie aliene. Inoltre, lo sfalcio ricorrente, la potatura e altre comuni pratiche di gestione intensiva del verde urbano riducono ulteriormente la diversità vegetale.

LIFE PollinAction: gli obiettivi

In paesaggi profondamente semplificati, il principale problema è proprio la semplificazione sia della composizione che della configurazione del paesaggio. In tali paesaggi, anche un piccolo aumento dell'eterogeneità può avere enormi effetti sul recupero della funzionalità dell'ecosistema e sulla fornitura di servizi, compreso il servizio di impollinazione che si basa sulla ricchezza e l'abbondanza di specie vegetali e impollinatori. Particolarmente critica è la perdita di tutti quegli habitat semi-naturali (prati ricche di specie, bordure dei campi, siepi, piccoli nuclei arbustivi) che forniscono habitat stabili nel tempo per il foraggiamento e il completamento del ciclo vitale degli impollinatori. La re-introduzione o il ripristino di questi tipi di habitat può quindi garantire un livello minimo di habitat idoneo, con risorse fiorali e di nidificazione, distribuito nel paesaggio ad una scala che i singoli impollinatori possono attraversare (ad esempio aree hub, stepping stone, corridoi lineari).

Il progetto ha quindi come obiettivo l’aumento dell'eterogeneità del paesaggio attraverso la creazione di una infrastruttura verde (Green Infrastructure, GI), cioè una rete di aree naturali e seminaturali pianificata a livello strategico con altri elementi ambientali, progettata e gestita in maniera da fornire un ampio spettro di servizi ecosistemici (COM (2013) 249 final). Per raggiungere questo obiettivo, il progetto prevede due serie di azioni complementari mirate sia al ripristino/creazione di habitat che all'attuazione di specifiche politiche (Tab. 1).

Nel dettaglio, il progetto prevede azioni concrete per la realizzazione di una rete di habitat chiave per gli impollinatori, in particolare praterie semi-naturali (habitat di interesse comunitario ai sensi della Direttiva 92/43), bordure fiorite, siepi e nuclei arbustivi ricchi di specie. La GI interesserà tre diversi contesti a) paesaggio rurale (azione C2 e C5); b) aree rurali/urbane marginali situate lungo infrastrutture stradali a scala regionale (azione C3); c) paesaggio urbano, comprese le infrastrutture stradali locali, gli spazi pubblici e i giardini privati (azione C4). Questo approccio ha consentito di coinvolgere diversi gruppi di portatori di interesse: aziende agricole, gestori di infrastrutture stradali, cittadini, enti pubblici locali/regionali e responsabili politici (Tab. 2).

La creazione e/o il ripristino degli habitat coinvolgerà tre metodi principali: la semina di piante autoctone (principalmente per il miglioramento delle praterie esistenti e la creazione di siepi e nuclei arbustivi ricchi di specie); «fiorume» raccolto da prati ricchi di specie (per la conversione dei seminativi e delle zone marginali in praterie semi-naturali); miscele di semi (bordure fiorite, giardini, ecc.). Tutte le piante e le miscele di sementi saranno fornite attraverso la produzione vivaistica (Azione C1).

Le azioni concrete saranno precedute da due azioni preparatorie. L'azione A1 che ha lo scopo di produrre il progetto esecutivo e fornire ai partner guide tecniche per un'attuazione omogenea delle azioni concrete nei tre contesti selezionati. L'azione A2 prevede la creazione di un database in ambiente GIS con l'ubicazione delle praterie ricche di specie, una valutazione della loro qualità e linee guida per l’individuazione di prati donatori. Le azioni concrete saranno monitorate durante tutto il progetto per stabilire la baseline e i progressi (azione D2); i risultati del monitoraggio forniranno la base per le strategie di comunicazione e replicazione (azioni E1, E3), per garantire la replicazione dei risultati del progetto in altre aree, settori e contesti. L'azione prevede inoltre la produzione di linee guida tecniche specificamente dedicate ai gruppi di stakeholder. Per assicurare la sostenibilità a lungo termine e integrare l'approccio delle GI nelle politiche, le azioni concrete sono associate ad una valutazione dei servizi ecosistemici e alla progettazione e attuazione di schemi PES (Payments for Ecosystem Services) (azione D1) allo scopo di informare lo sviluppo di incentivi a sostegno della creazione e del mantenimento di habitat per gli impollinatori nella politica agricola regionale/nazionale (Azione E5). Le azioni di monitoraggio forniranno inoltre le basi per l'azione E4 volta a progettare processi di economia circolare (catene di produzione di fieno proveniente da prati donatori ricchi di specie) e soluzioni close-to-market (validazione e valorizzazione di filiere alimentari locali, miele e latte) per promuovere la competitività degli agricoltori e una crescita sostenibile, attraverso il coinvolgimento di enti pubblici /responsabili politici e di imprese private. Infine, l'azione E6 mira a definire e trasferire tra i comuni misure di compensazione per la pianificazione urbana.

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Action

n.

                                                                                   Action title

A. Preparatory actions, elaboration of management plans and/or of action plans

A.1

Technical planning of interventions

A.2

Mapping of species-rich semi-natural grasslands

C. Conservation actions

C.1

Native plant seedlings/seeds production

C.2

Conversion of arable crops and rural marginal areas into species-rich grasslands, flower stripes, hedgerows and species-rich shrub assemblages

C.3

Creation of habitats for pollinator along regional-scale road infrastructures

C.4

Creation and/or improvement of habitat for pollinators along local-scale road infrastructures, public spaces, private gardens

C.5

Improvement of existing species-poor grasslands

D. Monitoring of the impact of the project actions (obligatory)

D.1

Assessment of ecosystem services and design of payment for ecosystem services schemes

D.2

Ex-ante, ex-post monitoring of actions C

D.3

KPI indicator reporting

E. Public awareness and dissemination of results (obligatory)

E.1

Communication and dissemination

E.2

Networking with other LIFE and/or non-LIFE projects

E.3

Replication and Transfer

E.4

Circular economy processes and close-to-market solutions

E.5

Implementation of agri-environmental regional policies for local landholders and users

E.6

Implementation of urban planning compensation measures

F. Project management (obligatory)

F.1

Project management

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Beneficiario coordinatore

Università Ca’ Foscari Venezia

Beneficiari associati

  • Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia
  • Regione del Veneto – Direzione Agroambiente, programmazione e gestione ittica e faunistico venatoria
  • Agenzia veneta per l’innovazione nel settore primario – Veneto Agricoltura
  • Comune di Caldogno
  • Concessioni Autostradali Venete – CAV S.p.A.
  • Centro de Investigación y Tecnología Agroalimentaria de Aragón
  • ALBATROS S.r.l.
  • EcorNaturaSì SPA
  • SELC soc. coop.

Stakeholder

11 aziende agricole; 2 associazioni di apicoltori; 10 Comuni

Obiettivo

Mitigare la crisi dell’impollinazione

Metodo

Pianificazione strategica e realizzazione di una Green Infrastructure per aumentare l’eterogeneità dei paesaggi rurali e urbani

Budget del progetto

€ 3.293.690,00

Contributo finanziario UE

€ 1.811.532,00 (55% del budget complessivo)

Data di inizio del progetto

settembre 2020

Data di conclusione del progetto

marzo 2025

Dove

Pianura padana orientale (Veneto; Friuli-Venezia Giulia – Italia); Aragona (Spagna)

Output attesi

Conversione di 20 ha di seminativi e aree marginali rurali/urbane in habitat per gli impollinatori

 

Miglioramento di 230 ha di praterie esistenti

 

Creazione di 5 ha di stepping stone lungo le infrastrutture stradali

 

Creazione di 1 ha di bordure fiorite

 

Creazione di 3.500 m di siepi arbustive

 

Produzione di 357.000 piante erbacee e 28.200 arbusti

 

Fornitura di 150 kg di semi di specie autoctone

 

Produzione di 3 linee guida tecniche per la creazione di habitat per impollinatori per 3 tipologie di stakeholder (operatori agricoli, cittadini, gestori di reti stradali)

 

1 database GIS dei prati da sfalcio in Veneto e Friuli-Venezia Giulia e 1 linea guida per l’individuazione di prati donatori

 

Implementazione di PES e creazione di filiere (fieno, latte e derivati, e miele)

 

12 eventi pubblici di disseminazione del progetto

 

11 visite di trasferimento di best practice

 

11 eventi di disseminazione

 

80 eventi di educazione

Sito web

www.lifepollinaction.eu

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Tabella 2 Life PollinAction in pillole

 

LIFE PollinAction: i siti

Il progetto si sviluppa in Italia, in Veneto e in Friuli-Venezia Giulia, e in Spagna, nella regione di Aragona (Fig. 2). La Pianura Padana orientale è una delle aree più popolate e urbanizzate d'Europa. Il paesaggio prevalente è un mosaico di aree agricole intensive immerse in un tessuto urbano, industriale e commerciale che si sviluppa principalmente in modo lineare lungo le infrastrutture viarie. Le aree rurali e urbane ammontano a circa il 60% della superficie totale, lasciando solo il 10-12% alle aree naturali protette. L'aumento del consumo annuale di suolo naturale ha raggiunto il record nazionale, con una media del +0,45% con una progressiva semplificazione del paesaggio. Gli habitat naturali o semi-naturali (foreste, siepi, praterie perenni, suolo nudo) sono stati in gran parte persi e le superfici residue sono sempre più minacciate dall'isolamento e dall'effetto margine. Buffa 1

Buffa 2
Buffa 3

Buffa 4Figura 2 I siti di LIFE PollinAction

Tutti i siti sono stati selezionati in modo da essere contigui o nelle immediate vicinanze di siti di interesse comunitario (siti Natura 2000, istituiti ai sensi della Direttiva 92/43) o altri ambiti naturali o semi-naturali residui allo scopo di favorire la connessione tra habitat naturali. Diventando stepping stone della rete ecologica, contribuiranno ad aumentare l'eterogeneità del paesaggio, e la ricchezza delle specie, sia di piante che di impollinatori.

Bibliografia

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IPBES (2016). Summary for policymakers of the assessment report of the Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services on pollinators, pollination and food production. S.G. Potts, V. L. Imperatriz-Fonseca, H. T. Ngo, J. C. Biesmeijer, T. D. Breeze, L. V. Dicks, L. A. Garibaldi, R. Hill, J. Settele, A. J. Vanbergen, M. A. Aizen, S. A. Cunningham, C. Eardley, B. M. Freitas, N. Gallai, P. G. Kevan, A. Kovács-Hostyánszki, P. K. Kwapong, J. Li, X. Li, D. J. Martins, G. Nates-Parra, J. S. Pettis, R. Rader, and B. F. Viana (eds.). Secretariat of the Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services, Bonn, Germany. 36 pages.

Nieto A., Roberts S.P.M., Kemp J., Rasmont P., Kuhlmann M., García Criado M., Biesmeijer J.C., Bogusch P., Dathe H.H., De la Rúa P., De Meulemeester T., Dehon M., Dewulf A., Ortiz-Sánchez F.J., Lhomme P., Pauly A., Potts S.G., Praz C., Quaranta M., Radchenko V.G., Scheuchl E., Smit J., Straka J., Terzo M., Tomozii B., Window J., Michez D. 2014. European Red List of bees. Luxembourg: Publication Office of the European Union

Traveset A., Castro-Urgal R., Rotllàn-Puig X., Lázaro A., 2017. Effects of habitat loss on the plant–flower visitor network structure of a dune community. Oikos 127, 45–55.

Van Swaay C., Cuttelod A., Collins S., Maes D., López Munguira M., Šašić M., Settele J., Verovnik R., Verstrael T., Warren M., Wiemers M. and Wynhof I. 2010. European Red List of Butterfies. Luxembourg: Publications Office of the European Union. https://ec.europa.eu/environment/nature/conservation/species/redlist/downloads/European_bees.pdf),


Gabriella BuffaEdy FantinatoRoberto FiorentinFrancesco Scarton