Il progetto GESEFFE ha quali obiettivi: il miglioramento della gestione aziendale sia in termini di efficienza di utilizzo sia in termini di contenimento dei costi di distribuzione degli effluenti; l’aumento dell’efficienza nell’utilizzo delle sostanze nutritive, minimizzando le emissioni ammoniacali in atmosfera; l’applicazione di un programma di concimazione preventivo per un corretto dosaggio dei nutrienti.
Il Progetto GESEFFE
Schema 1. Flussi analizzati nel sistema di monitoraggio
Il metodo di monitoraggio previsto richiede, quindi, di tenere sotto controllo i seguenti aspetti:
- consistenza dell’allevamento (capi per categoria, peso vivo);
- alimentazione (quantità e composizione della razione per ogni categoria degli animali);
- produzione di latte e carne (accrescimenti);
- consumo idrico;
- quantità di reflui prodotti;
- caratteristiche dei reflui prodotti;
- tempi, quantità e localizzazione delle distribuzioni;
Elaborando le informazioni raccolte è possibile applicare un bilancio con l’obiettivo di tenere sotto controllo i volumi di effluenti prodotti e il loro contenuto in nutrienti. La metodologia di monitoraggio definita è analoga per tutte le aziende per quanto riguarda la tipologia di informazioni da rilevare; tuttavia, risulta evidente che le modalità di raccolta dei dati da utilizzare è derivata da una valutazione specifica per ogni realtà aziendale e dalle modalità di gestione applicata:
- Il consumo idrico, relativo alle operazioni di lavaggio delle strutture e delle attrezzature, viene rilevato mediante l’installazione di conta litri, con rilevazione periodica dei consumi.
- La quantità dei reflui prodotti può essere determinata attraverso la registrazione delle distribuzioni effettuate in un anno; la visualizzazione del livello delle vasche attraverso il collocamento di un galleggiante e asta centimetrata sulla quale leggere le variazioni in carico e scarico, oppure attraverso sistemi automatici di rilevazione con data-logger.
- Il contenuto di nutrienti nel refluo viene rilevato attraverso analisi periodiche degli effluenti prodotti. Ciò è possibile con campionamenti nelle vasche di stoccaggio da effettuarsi con estrema cura per avere un dato realmente rappresentativo (miscelazione della massa e più prelievi a diverse profondità) o attraverso campionamenti diretti dell’effluente “a bordo campo” in concomitanza con le operazioni di distribuzione.
- L’incidenza della piovosità come fattore importante nella diluizione delle deiezioni prodotte dagli animali stabulati, viene rilevata mediante analisi delle superfici scoperte (attenzione alle superfici dei tetti non munite di pluviali!) ed i dati della piovosità locale.
I metodi che possono essere utilizzati per determinare la quantità di nutrienti presente negli effluenti prodotti possono essere diversi. Uno dei metodi frequentemente utilizzato è quello di applicare dei parametri standard tabellari. Questi dati sono riferiti al capo o all’unità di peso vivo e riportano valori per le diverse categorie di animali. Questo approccio è quello generalmente utilizzato ai fini normativi in quanto è semplice da utilizzare e fornisce risultati mediamente attendibili. Altra metodologia consiste nell’applicare un bilancio degli elementi, considerando che l’escrezione di nutrienti nelle urine e nelle feci dipende dall’alimentazione e dall’utilizzazione degli stessi per produrre carne, latte e uova. Il metodo, universalmente riconosciuto, per la valutazione delle escrezioni è quello del bilancio di massa nel quale vengono elaborati i dati specifici sull’alimentazione e sulla ritenzione. Per tutte le categorie e specie considerate si può applicare questa relazione per quanto riguarda l'azoto:
N reflui = (N consumato – N prodotti) – N volatilizzato
dove:
N consumato: quantità di azoto consumato, ricavato attraverso il prodotto tra consumo alimentare e il contenuto di azoto nella razione impiegata;
N prodotti: quantità di azoto ritenuta nei prodotti animali (latte, carne, uova);
N volatilizzato: quantità di azoto perso per volatilizzazione durante le fasi di permanenza in stalla, rimozione, stoccaggio ed eventuale trattamento dei reflui. Quest’ultimo parametro è stato determinato per differenza tra gli altri parametri direttamente misurati in campo.
N escreto (N consumato-N prodotti) – N reflui = N volatilizzato
A titolo di esempio, in tabella 1, viene illustrata la modalità di calcolo applicata per ogni categoria di allevamento e per giorno, tenendo conto della razione e dello specifico contenuto di proteine assunto dal gruppo di animali, dell’azoto ritenuto, sia per il proprio accrescimento che per il prodotto (latte o carne) e per differenza viene determinata la quantità di azoto escreto.
Tabella 1. Modalità di calcolo applicata per ogni categoria di allevamento e per giorno
Tabella 2. Valori in m3 ed in percentuale, dei diversi input che concorrono al liquame gestito dall’azienda
Figura 1. Valori in in percentuale, dei diversi input che concorrono al liquame gestito dall’azienda
Figura 2. Concentrazioni di azoto nell'escreto e nel refluo
Appare evidente come il fattore diluizione diventa estremamente importante, tale da causare significative ripercussioni sulla gestione aziendale a valle della sua produzione. Infatti, l’aumento dei volumi di liquami comporta un notevole aggravio dei costi di gestione in quanto:
- aumentano le dimensioni delle vasche di stoccaggio necessarie;
- aumentano le quantità di liquami da trasportare e distribuire in campo;
- aumentano le dosi di liquame da distribuire a parità di apporto di nutrienti, con le conseguenti difficoltà di lavorabilità successiva del terreno.
La riduzione della diluizione dei liquami dovrebbe essere un intervento prioritario nelle aziende zootecniche per ridurre i costi di gestione degli effluenti e le dosi distribuite in campo. L’analisi dei consumi idrici dell’azienda è la prima operazione da intraprendere per valutare i possibili interventi da attuare. L’eliminazione dell’acqua meteorica dalle vasche di stoccaggio è un obiettivo non sempre facilmente attuabile ma dove fattibile porta al doppio beneficio di contenere le emissioni di ammoniaca in aria e di ridurre il volume dei liquami.
Foto 1. Attrezzatura semovente per la distribuzione dei liquami. Può essere equipaggiata con diversi tipi di organi per l’interramento e la lavorazione del terreno
Il liquame al momento della distribuzione viene analizzato con sistema ottico NIR (vicino infrarosso), fornendo in modo istantaneo le indicazioni sul contenuto dei principali nutrienti. Il computer di bordo controlla la dose di effluente da distribuire, definibile in base alla quantità (m3/ha), oppure al contenuto di azoto da somministrare (kg/ha); il sistema controlla una pompa volumetrica in modo da assicurare una corretta, precisa e costante distribuzione, indipendentemente dalla velocità del mezzo sul terreno. Il refluo giunge agli organi di distribuzione attraverso un ripartitore che lo invia uniformemente in tubi di calata abbinati ad assolcatori. Il refluo viene così depositato in solchi che generalmente vengono richiusi da una dischiera, un erpice a denti o un rullo a gabbia o frangizolle. L’utilizzo di questo attrezzo in presemina può, in funzione della profondità di lavorazione, sostituire o integrare la lavorazione di preparazione del letto di semina.
La macchina, pur avendo un peso significativo, non crea compattazione del terreno grazie all’assetto con tre ruote in grado di avere carreggiate indipendenti, alla loro sezione ampia e alla possibilità di variare la pressione grazie al sistema di telegonfiaggio.
Sulla stessa macchina possono essere applicate attrezzature che consentono le operazioni di distribuzione in copertura su coltura autunno vernina. Gli organi devono consentire la leggera fessurazione del suolo e depositare in questo piccolo solco il refluo distribuito. Una seconda tipologia di attrezzatura, utilizzata per la distribuzione, riguarda il sistema ombelicale con interratori. Questa tecnica offre ben noti vantaggi relativi alla elevata capacità di lavoro ed al minor compattamento del terreno. L’attrezzatura portata dalla trattrice consiste in un sistema di distribuzione in grado di ripartire uniformemente il refluo nei solchi creati dal ripuntatore, che vengono poi ricoperti grazie a un rullo. Per questo tipo di applicazione, non essendo dotata l’attrezzatura di un sistema di controllo diretto della quantità utilizzata, risulta importante adottare accorgimenti atti ad indicare i volumi di effluente distribuito.
Foto 3 e 4. La distribuzione con sistema ombelicale consente elevate capacità di lavoro e un limitato calpestamento del terreno. Con organi adeguati, è possibile interrare direttamente il liquame
Una terza attrezzatura valutata è il carrobotte con distribuzione di precisione. Questa configurazione può presentare diverse caratteristiche in termini di capacità della botte, peso e manovrabilità, ma deve essere dotato, come per la macchina semovente, di un adeguato ripartitore e di un sistema in grado di interrare accuratamente il refluo nel terreno. Inoltre, la pompa di tipo volumetrico è controllata in funzione della velocità di avanzamento in modo da distribuire la dose programmata.
Foto 5 e 6. Anche i carribotte possono essere dotati di organi per la distribuzione uniforme del liquame. Per dosare con precisione il liquame serve una pompa volumetrica e una centralina per il suo controllo in funzione della velocità di avanzamento.
Tutti i sistemi di distribuzione, tranne ovviamente per quello ombelicale, devono essere serviti da carribotte “navetta” per il trasporto tra l’azienda ed il campo. È anche possibile che a bordo campo venga posizionata una cisterna, che prende il nome di “balia”, in grado di rendere indipendente l’operatività dei mezzi di distribuzione in campo, dai tempi necessari per l’approvvigionamento del refluo aziendale.
L’intervento di distribuzione in copertura, in presenza della coltura del mais, deve essere preceduto da una accurata programmazione dell’operatività del cantiere. Il carico del mezzo utilizzato, infatti, può avvenire in capezzagna di testa e, se accessibile, in quella di coda, per cui si dovrà tener conto che lo svuotamento dovrà coprire un viaggio di sola andata o andata/ritorno.
- tipologia, quantità e composizione dell’effluente prodotto;
- il piano colturale e il relativo fabbisogno di azoto, fosforo e potassio;
- l’impostazione della distribuzione in campo, valutando tecniche (piatto deviatore, rasoterra, a bande, iniezione, ecc.), modalità di applicazione (su terreno nudo, su terreno con residui, in copertura), dosi (alta, media, bassa) e periodo di intervento (primavera, autunno, ecc.).
Per valutare le prestazioni relative all’utilizzo agronomico degli effluenti delle aziende coinvolte nel progetto GeSEFFE è stato utilizzato un sistema di supporto alle decisioni, il software GEZOO (https://costruzionirurali.unimi.it/gezoo). Questo software, consente di analizzare tutte le fasi di produzione e gestione degli effluenti zootecnici, a partire dalla stalla fino all’impostazione del piano di concimazione. Tramite il software è possibile programmare e monitorare la gestione degli effluenti zootecnici valutando le prestazioni dei sistemi di trattamento e distribuzione in campo. In questo modo è possibile aumentare l’efficienza d’uso dei nutrienti da parte delle colture e ridurre le perdite nell’ambiente, in modo sostenibile per l’azienda.
In Figura 3 vengono visualizzate gli apporti complessivi di azoto delle tesi a confronto. La quantità totale di azoto è ripartita tra quota efficiente per la coltura, perdite in aria e in acqua, derivanti principalmente dalla tecnica di applicazione dell’effluente.
Figura 3. Quantità di azoto ad ettaro distinta tra quota assorbita dalla coltura e relativa perdita nell’ambiente
Considerando la soluzione con liquame e concime minerale, aumentando la frazione di azoto distribuita con l’urea si riducono le quantità e le perdite, perché la distribuzione in superficie non è molto efficiente e comporta notevoli perdite in aria. Nel complesso questa soluzione comporta perdite di 200 e 140 kg/ha di azoto rispettivamente per frazionamento di 70/30 e 50/50. L’interramento del liquame sia in presemina, sia in copertura consente di ridurre le perdite in aria e le due modalità di frazionamento non comportano variazioni significative. In questo caso le perdite si riducono a 95-100 kg/ha, valore che per la coltura del mais può essere considerato difficilmente migliorabile. La Figura 4, fornisce una rappresentazione della ripartizione percentuale dell’azoto totale somministrato, tra azoto utile alla coltura e relative perdite. Risulta evidente che in l’azoto utile per la coltura aumenti con l’utilizzo dei cantieri con tecnologie di precisione abbinate a sistemi di interramento dell’effluente. Di conseguenza si riducono le perdite di azoto per volatilizzazione in aria dell’ammoniaca, chiaramente più consistenti con distribuzioni dell’effluente con piatto deviatore. Il frazionamento della dose comporta differenze sensibili nel caso di liquame e concime minerale. Infatti, in questo caso la maggior dose di liquame distribuito in presemina con il rapporto 70/30 comporta maggiori emissioni verso l’aria e verso il suolo. Di contro, il diverso frazionamento come già visto non influenza sensibilmente le perdite se il liquame viene sempre interrato. E’ possibile quindi affermare che le tecniche di precisione sperimentate nel corso del progetto possono portare a un incremento dell’utilizzo dell’azoto e a una riduzione delle emissioni in aria rispetto alle soluzioni con distribuzione in superficie e integrazione con fertilizzante minerale.
Figura 4 – Ripartizione dell’azoto distribuito tra quota utile per la coltura e perdite verso l’ambiente
Questo vantaggio deve però essere valutato anche tenendo conto dei costi connessi a queste operazioni. I risultati ottenuti dalle prove svolte nelle aziende coinvolte nel progetto GeSEFFE hanno fornito indicazioni utili per poter fare anche questa analisi. L’aspetto economico va a completare la valutazione tecnica delle macchine, assumendo un ruolo chiave visto il costo elevato che generalmente può assumere l’applicazione degli effluenti in campo. I costi applicati ai cantieri derivano dalle tariffe orarie normalmente applicate dai contoterzisti, mentre i tempi di lavoro e il numero di navette laddove necessarie, derivano dai monitoraggi effettuati durante le attività del progetto. A partire da questi dati sono stati ottenuti i costi espressi per unità di volume distribuita che consistono in: 1,5 €/m3 per il carrobotte con piatto deviatore, 1,86 €/m3 per il sistema con interratore in presemina e 2,8 €/m3 per il carrobotte di precisione in copertura. Per questa valutazione è necessario considerare anche la concentrazione di azoto nell’effluente in quanto incide pesantemente sui volumi da distribuire e quindi i costi. Si sono quindi analizzati i costi di distribuzione utilizzando un refluo diluito, con una concentrazione di azoto di 2,3 kg/m3, ed uno maggiormente concentrato con una quantità pari a 4 kg/m3. La Figura 5 mostra il costo di concimazione espresso per ettaro per entrambi gli scenari, con le due tipologie di effluente più o meno diluito.
Figura 5. Quantità di azoto ad ettaro distinta tra quota assorbita dalla coltura e relativa perdita nell’ambiente
La differenza significativa si riscontra passando dal liquame diluito a quello più concentrato. I costi diminuiscono mediamente di 130 €/ha. La minor quantità di liquame da distribuire rende più competitivi i cantieri più costosi. Ne risulta che l’utilizzo di sistemi di precisione per l’interramento del liquame sia in presemina, sia in copertura risulta anche economicamente più conveniente con queste concentrazioni di azoto nel liquame.
FEASR – Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 MISURA 1. – “Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione” SOTTOMISURA 1.2 – “Sostegno a attività dimostrative e azioni di informazione” OPERAZIONE 1.2.01 – “Progetti dimostrativi e azioni di informazione”
Progetto: GESTIONE SOSTENIBILE ED EFFICIENTE DEGLI EFFLUENTI DI ALLEVAMENTO PER LA FERTILIZZAZIONE DELLE COLTURE – GeSEFFE
Responsabile scientifico: prof. Giorgio Provolo Collaboratori: dott. Flavio Sommariva, dott. Alberto Finzi, dott. Omar Ferrari
Flavio Sommariva è Dottore Agronomo, Consigliere ODAF Milano